Potare significa modificare in modo artificiale la forma di un albero in modo che possa crescere meglio possibile. Se non si sa cosa si sta facendo è meglio non intervenire. La potatura è una pratica che deve sempre essere considerata nell’ambito di una gestione complessiva della pianta. La potatura è l’insieme delle pratiche agronomiche aventi lo scopo di:
regolare, mediante opportuni tagli dei rami, il modo di vegetare, di fiorire, e di fruttificare delle piante
ricercare l’equilibrio della pianta generalmente evitando l’alternanza che è una tendenza che alcune piante hanno per aumentare la probabilità di riprodursi
allungare lo stadio produttivo delle piante
favorire uno sviluppo più uniforme e razionale
garantire una produzione più costante e qualitativamente migliore
permettere una più economica e razionale esecuzione delle lavorazioni
Analisi:
tipologia di pianta (sempre verde, innestata, apparato radicale, portamento)
tipologia di suolo
latitudine
clima
esposizione alla luce
esposizione al vento
stato di salute della piantaEquilibrio della pianta
fruttificazione
accrescimenti dei rami esterni (idealmente circa 40 cm)
non i succhioni
non i dorsali
non le punte
la vigoria di una pianta si valuta dalla lunghezza e sezione dei rami di un anno
storia pregressa della pianta
tipo di impianto
Assecondare il naturale ed equilibrato sviluppo della pianta
ricercare l’equilibrio tra:
gemme a fiore e gemme a legno
troppi frutti diminuiscono la differenziazione delle gemme a fiore dell’anno successivo perchè i semi producono un ormone che favorisce l’alternanza nelle specie suscettibili
olivo, pesco, susino, ciliegio andrebbero tagliate molte gemme a fiore
melo e pero vanno lasciate una uguale proporzione di gemme a fiore e a legno
in alcuni casi si può ricercare l’alternanza potando energicamente un anno solo metà frutteto e l’anno successivo l’altra metà
necessità di vegetazione e riproduzione poichè poca o troppo chioma producono frutti piccoli e di bassa qualità
apparato radicale e chioma
eguale dimensione dei fruttila ricerca della luce da parte dei rami perchè i rametti senza luce si defogliano, non si differenziano le gemme, non fanno fiori oppure i fiori non allegano
il sottomisura sfrutta la pianta
diradare altrimenti il picciolo corto provoca la caduta anticipata del frutto
non alterare troppo lo scheletro della pianta con potature troppo energiche
prevenire l’invecchiamento con potutature mirate e leggere
Potatura di allevamento
creare l’impalcatura a vaso policonicomantenimento della forma ogni anno con potature invernali ed estive, bisogna stare attenti a non potare drasticamente, al limite ogni tanto si fa un taglio di ritorno
le branche nei primi 3 anni vanno messe a 45 gradi per favorire un equilibrata illuminazione
ha l’incoveniente che nell’olivo stimola una grande produzione di polloni centrali a causa del comportamente di base cespuglioso dell’olivo.
maggiore è la vigoria di una pianta e meno bisogna potare altrimenti l’anno successivo si genera molta più vegetazione rispetto ai frutti
Vanno lasciati più centri produttivi nelle piante vigorose e meno centri produttivi nelle piante meno vigorose
i tagli di ritorno vanno fatti sulle branche acrotone (cioè verticali) in corrispondenza di qualche brindillo debole e possibilmente orizzontale in modo che non cresca più verso l’alto
Tipi di potatura
di allevamento o formazione, adegua la forma fino alla fruttificazione
di produzione, regola la produzione
ringiovanimento, rallenta l’invecchiamento eliminando le parti malate e secche
riforma, cambia la forma di allevamento (sconsigliata)
trapianto, asporta le radici malate nel trapianto
risanamento, limitare la secchezza della pianta
secca o invernale, tra febbraio e marzo
verde o estiva, a fine primavera inizio estate (pesco e vite)
Potatura secca
Nella potatura, che andrà eseguita durante il riposo vegetativo (potatura secca) fino all’inizio del germoglio, i rami dovranno essere sempre spuntati tenendo conto che nelle ultime gemme a legno sorgeranno nuovi rami.
asportazione dei rami secchi, in ombra o sottili già abbandonati dalla pianta
attenzione a non asportare le punte dei coni
diradare pochissimo in alto, di più in basso
accorciare con tagli di ritorno
diradare i rami a frutto in modo da garantire che ogni ramo possa nutrire e sorreggere i frutti
non potare durante le gelate
Potatura verde
Durante il periodo estivo si può eseguire la potatura verde (generalmente luglio) al fine di aumentare l’arieggiamento della chioma e favorire la penetrazione della luce. La potatura estiva serve anche per limitare lo spreco di risorse su rami infruttiferi prima della raccolta autunnale ed evitare di tagliare poi i succhioni in inverno che produrrebbero in quel periodo molti ricacci laterali.
spollonatura
scacchiatura
cimatura
inclinazione con distanziali
piegatura
curvatura
incisioni
diradamento frutti
Il taglio
Il taglio si dice lungo se è più vicino all’apice del ramo, corto se è più vicino alla base del ramo. Bisogna tagliare con la base delle lame e non con la punta delle forbici. Il taglio deve essere netto altrimenti va rifilato. Il taglio va effettuato a 45 gradi, 6-7 mm sopra la gemma con l’inclinazione in modo tale che l’acqua defluisca da parte opposta al lato gemmato. Quando l’operazione ha per scopo di provocare un nuovo sviluppo bisogna tagliare sopra una gemma orientata nella direzione che si vuol far prendere al nuovo ramo. Ramoscelli e rami superflui devono essere tagliati alla base, cioè al loro punto di attacco ad altri rami o al fusto. Il taglio stimola le gemme dormienti vicine al taglio. Non bisogna lasciare monconi altrimenti la pianta non cicatrizza.
Influenza della luna
Esperimenti hanno dimostrato che le superstizionidei contadini riguardo all’influenza della luna sulla efficacia della potatura avevano un fondamento di verità. Il proverbio dice: luna calante gobba a levante, luna crescente gobba a ponente. Bisogna operare sempre nella fase di luna calante (con gobba a levante) per avere migliori risultati sulla fruttificazione. Posizione odierna della luna.
Riconoscimento organi fruttiferi
Ogni specie ha i suoi particolari tipi di gemme. Va conosciuta la pianta e come e su quali gemme e rametti fruttifica o fruttificherà nei prossimi anni per non rischiare di tagliare ciò che fruttificherebbe successivamente.
pollone, ricaccio generato da una radice o dal colletto del basale del fusto senza apparente utilità, da potare in estate
succhione, ricaccio vigoroso, liscio e ascendente generato sul fusto o su una branca da potare in estate, altrimenti in inverno tagliare alla base e poi in estate agire sui succhioni emessi lateralmente oppure in inverno agire speronando, curvando e incidendo per favorire una più rapida messa in produzione del ramo
brindillo, rametto sottile di circa un anno di età presente sia nelle pomacee che nelle drupacee lungo fino a 30 cm massimo coronato da sull’apice una gemma che si può differenziare a frutto. Le gemme laterali in genere sono a legno nelle pomacee, nel susino anche a fiore
dardo, rametto corto (2-3 cm) che si può trasformare in lamburda, presente sia nelle pomacee che nelle drupacee in forma spinosa, fiorifera e vegetativa
zampa di gallina, formazione di borsa, dardi e brindilli originati dalla borsa stessa tipica delle pomacee, vanno sempre eliminate perchè sono già sfruttate
ramo misto, ramo più lungo del brindillo (50-60cm) che porta entrambe le gemme (a legno e a fiore) raggruppate a 3, 2 o singole (in questo caso quasi sempre a legno) e brindilli e lamburde
lamburda, si trova nelle pomacee e somiglia parecchio al dardo da cui di solito è originata, è un rametto corto a frutto fondamentale. La lamburda fiorifera si presenta come un’unica gemma terminale mista circondata da foglie. Si trasforma in borsa dopo aver fruttificato. Nei rari casi in cui è più sfinata o non ha gemme laterali gonfie allora è a legno.
borsa, ramo misto di 2-3 cm di tre anni d’età che è il risultato dell’ingrossamento nelle pomacee della base dell’asse dell’infiorescenza per l’accumulo di sostanze nutritive e la formazione del tessuto di sostegno del frutto, la borsa continua a trasformarsi per l’emissione di nuovi dardi e brindilli e acquista la carettistica forma a zampa di gallina
mazzetti di maggio, sono dei ramettini molto corti sui rami di due anni almeno, mai su rami di un anno, che portano 6-7 gemme a fiore, di cui una al centro a legno che permette la formazione di un nuovo mazzetto di maggio per il prossimo maggio, in grado quindi di perpetuarsi anche per molti anni. Più il legno è vecchio e più i mazzetti di maggio sono lunghi poiche si autorinnovano ogni anno.
In genere da un dardo (2) l’anno successivo si può formare una lamburda (4) da cui poi gemmerà un frutto e quindi una borsa (3) dalla quale rigemmerà una zampa di gallina
Il fico
Il fico non ha bisogno di potature ma solo di una regolazione, diradando le branche che tendono ad andare o troppo verso l’alto o verso il basso
Drupacee
Ne fanno parte il pesco, il susino, l’albicocco, ilmandorlo e il ciliegio. Pur con differenze di specie in specie, le drupacee hanno gemme specializzate,non hanno gemme miste e producono sostanzialmente tre tipi di rami fruttiferi:
i brindilli dell’anno precedente, le cui gemme apicali si differenziano a fiore (pesco, susino)
i rami misti (ciliegio, susino)
i mazzetti di maggio (albicocco, ciliegio, susino)
In generale le drupacee fruttificano sui brindilli e rami misti dell’anno precedente oppure sui mazzetti di maggio, con differenze, secondo la specie o la cultivar.
Il pesco produce quasi esclusivamente sui rami misti di un anno di media vigoria. Richiede potature anche drastiche di anche il 70% dei rami misti o troppo deboli o troppo vigorosi. Bisogna diradare alcuni brindilli e rami misti nuovi che nell’anno successivo potrebbero poi risultare troppi. Possono essere necessari accorciamenti con tagli di ritorno, in funzione della vigoria dei rami. Siccome il pesco fruttifica sui rami misti del secondo anno bisogna lasciare due o tre rami misti per branchetta, eliminando anche i rami deboli e quelli troppo vigorosi pieni di rametti anticipati speronando quasi alla base per lasciare un paio di gemme in basso da cui emeterrà il prossimo anno alcuni nuovi rami misti per i prossimi anni. Spesso le gemme non si schiudono e degenerano per cui se non lasciassimo uno sperone ogni tanto rischieremmo che non ci sia la possibilità di fare tagli di ritorno in futuro.
L’albicocco, il susino e il ciliegio vanno potati in modo più leggero rispetto al pesco e produce:
sui rami misti (mandorlo, ciliegio, albicocco) vanno potate similarmente ai ciliegi che producono sui dardi
sui brindilli che hanno gemme a fiore anche lateralmente e sulla corona e vanno potate similarmente al pesco
sui mazzetti di maggio (come alcune susine cino-giapponesi) e vanno potate similarmente all’albicocco
vanno rinnovate le branche che tendono a esaurirsi e riportare quelle che tendono ad andare verso l’alto o prendere il sopravvento e quelle intricate (soprattutto per l’albicocco che cresce molto disordinatamente). Il ciliegio va potato dopo la raccolta perchè sui tagli si possono sviluppare dei gommosi che attraggono funghi.
Pomacee
Appartengono alle Pomacee le seguenti specie:melo, pero, cotogno, nespolo comune. Le gemme delle pomacee possono essere miste. Le formazioni fruttifere riconducibili alle pomacee sono polloni, succhioni, brindilli, dardi, zampe di pollo, rami misti, lamburde e borse.
Nel caso del melo un brindillo lungo 20 cm con gemme laterali a legno che termina con una gemma a fiore produrrà una o due mele in cima nutrite dalle foglie laterali quindi quella mela sarà eccezionale, quindi i brindilli nuovi non vanno tagliati nel melo. In genere si tagliano alla base i brindilli vecchi di un anno che hanno già fruttificato se alla base hanno un brindillo nuovo. I rami già sfruttati si notano dalla borsa. Ogni volta che un brindillo fruttifica fa alla bese una borsa. Le gemme miste possono differenziarsi all’ultimo fruttificando o lignificando. In genere le gemme laterali dei brindilli del melo sono sempre tutte a legno. I brindilli non vanno mai cimati o speronati perchè hanno l’apice coronato da una gemma che si differenzierà a frutto. Spesso bisogna piegare i rami troppo acrotoni. Se un ramo è molto vigoroso e verticale potrebbe risultare difficile piegarlo allora si possono praticare una serie di incisioni distanziate di un cm profonde per metà diamentro che indeboliranno la branca e consentiranno di piegarla cicratizzando le ferite che combaceranno e venendo a contatto perfetto a causa della curvatura di piega. Ogni ramo deve avere il suo spazio. Rami troppo pieni di lamburde vanno raccorciati in corrispondenza di una lamburda debole. I diradamenti vanno fatti sui dorsali e gli incroci o quelli ombreggiati.
Il pero, come il melo, fruttifica su lamburde e brindilli e va gestito allo stesso modo
Riassunto
Drupacee
hanno solo gemme specializzate
producono sui mazzetti di maggio, brindilli e rami misti di due anni, i rami dell’anno non portano frutti
i brindilli hanno gemme laterali a fiore
il pesco va potato a fondo eliminando il 50-70% dei rami misti troppo deboli e troppo vigorosi, speronando lasciando solo due gemme
mai cimare un ramo misto nel pesco
eliminare i rametti anticipati nel pesco
susino, albicocco e ciliegio vanno potati leggermente accorciando le altezze con tagli di ritorno, districando e rinnovando
Pomacee
hanno gemme miste
producono sui brindilli, le lamburde, le borse e le zampe di gallo
i brindilli hanno gemme laterali a legno, mai speronarli
rinnovare i brindilli vecchi di un anno (hanno le borse basali), lasciare i brindilli nuovi
raccorciare i rami troppo pieni di lamburde in corrispondenza di una lamburda debole
Una risposta a “La Potatura”
Complimenti una spiegazione chiara mancano solo delle figure esplicative
Complimenti una spiegazione chiara mancano solo delle figure esplicative