Il miglior olio per friggere le patatine

Il miglior olio per friggere le patatine

Dall’uso dei grassi animali in epoca egizia fino agli oli vegetali durante l’Imparo romano. Sono passati secoli ma ancora è aperta la diatriba sul miglior olio per friggere. Ecco cosa dice la scienza

  


Secondo ricerche storiche l’origine della frittura è egizia. Nell’antico Egitto la pasta dei dolci veniva fritta nel grasso e nel lardo degli animali 2500 anni prima di Cristo.

La frittura divenne popolare, in tutti i sensi, nell’antica Roma. Qui il principale grasso usato per friggere era l’olio di oliva. La maggior parte della popolazione consumava il pasto del mezzogiorno e diversi spuntini per strada, acquistando dalle varie bancarelle o da locali semi aperti vicini alla strada. Questi negozi, le cauponae e le tabernae, vendevano diversi cibi fritti, quali frittate, frittelle, salsicciotti. Esistevano inoltre le vere e proprie botteghe di friggitori, citati anche dal poeta Marziale.

Il gastronomo ante litteram Apicio racconta di pietanze fritte nel miele cotto, oppure in una miscela di garum, olio e vino, o ancora garum, acqua e olio.

Dal Medioevo e fino ai giorni nostri in molte latitudini, il fritto è sinonimo di grassi animali: burro e strutto prima di tutti.

Queste diverse tradizioni storiche, nonché le diverse ricette per la frittura perfetta, hanno ingenerato spesso diatribe accese, che durano fino a noi.

Il miglior olio per friggere le patatine

La frittura profonda induce cambiamenti organolettici e fisico-chimici sia negli oli che nei prodotti fritti. L’uso eccessivo di oli di frittura genera prodotti di decomposizione con potenziali rischi per la salute umana. L’ottimizzazione delle condizioni di frittura e la selezione dei migliori oli di frittura sono necessarie per ottenere prodotti fritti migliori.

Uno studio arabo ha analizzato i cambiamenti fisico-chimici e il comportamento termico degli oli vegetali (oliva, colza, mais, girasole e soia) durante la frittura di patatine fritte e per determinare le condizioni ottimali necessarie per ottenere un prodotto fritto di migliore qualità.

Il comportamento termico, le caratteristiche organolettiche, le proprietà fisico-chimiche (indice di colore, viscosità, peso specifico, valore di perossido, acidi grassi liberi, composti polari totali) e le composizioni di acidi grassi degli oli sono stati analizzati durante il processo di frittura ogni 8 ore fino a 40 ore di riscaldamento.

Gli oli hanno mostrato qualità e stabilità termica diverse. Il tempo e la temperatura ottimali per la frittura erano 10 minuti e 180°C. Gli attributi sensoriali, le caratteristiche fisico-chimiche e la composizione in acidi grassi degli oli sono stati notevolmente influenzati dal riscaldamento.

L’olio di oliva è risultato il più stabile per la frittura. I composti polari totali del 27% (il punto di rifiuto per gli oli da frittura) sarebbero stati raggiunti riscaldando l’olio d’oliva a 180°C per 114 ore. I tempi corrispondenti erano di 45, 43, 30 e 26 ore per gli oli di colza, mais, girasole e soia, rispettivamente.

L’olio di oliva ha mostrato la maggiore stabilità e ha prodotto il miglior prodotto fritto, seguito dall’olio di canola. Il tempo di frittura aumenta con il riscaldamento prolungato e può essere utilizzato come un buon indicatore della qualità dell’olio e di quando dovrebbe essere scartato.

by Teatro Naturale

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