Italiani e obesità

Rapporto sull’obesità in Italia: più a rischio gli uomini, soprattutto al Sud. 

Rapporto sull’obesità in Italia: più a rischio gli uomini, soprattutto al Sud

Uomo e prevalentemente del sud. Questa la fotografia dell’obeso medio nel nostro Paese secondo il nuovo rapporto sull’obesità in Italia, un volume di oltre 400 pagine con oltre 40 autori, tra clinici e ricercatori, presentato nei giorni scorsi dall’Istituto auxologico italiano.

Secondo gli ultimi dati, sono infatti molto spiccate le differenze di genere per l’eccesso di peso. La stima provvisoria per il 2020 attesta che su 10 uomini adulti, circa 6 sono in eccesso di peso, a fronte di 4 donne su 10. In entrambi i generi il picco di prevalenza si osserva tra i 65 e i 74 anni, dove raggiunge il 53% per le donne e circa il 68% per gli uomini. Lo svantaggio maschile tra gli adulti si registra già tra i giovani di 18-34 anni (+40% in media) e dopo i 35 anni in tutte le classi di età che si susseguono oltre il 50% degli uomini presenta un eccesso ponderale, mentre per le donne questo si verifica solo dopo i 65 anni.

La popolazione maschile è la più esposta al rischio di obesità: 11,7% tra gli uomini e 10,3% tra le donne, sebbene nelle età più anziane, tra i 75 enni, siano le donne a essere significativamente più sfavorite. Quando si considera la grave obesità, individuata da un indice di massa corporea pari o superiore a 35, di cui in Italia soffre oltre un milione di persone pari al 2,3% degli adulti, le donne risultano maggiormente colpite: nelle classi di età più anziane presentano prevalenze quasi doppie rispetto agli uomini e tra le donne anziane del Mezzogiorno la quota supera addirittura il 5%.

Per quanto riguarda la distribuzione regionale, complessivamente nel nord-ovest e nel centro la prevalenza di obesità si attesta al 10%, mentre nel nord-est e nelle isole il valore raggiunge l’11,4% e nel sud il 12,4%.

Per bambini e adolescenti le cose non vanno meglio. Tra i 7 e gli 8 anni, la prevalenza di obesità in Italia è pari al 18%. Dato in aumento negli adolescenti, dove ci collochiamo nella fascia centrale della graduatoria dei Paesi dell’Unione europea, con un livello pari al 19%.

In Italia, come per gli adulti, tra i 3 e i 17 anni si osserva un forte gradiente territoriale nella distribuzione dell’obesità tra la popolazione giovanile: 34,1% al sud al, 20,0% del nord-ovest, 22,4 % nel nord-est, 23,9% del centro e 28,4% nelle isole, con quote più elevate soprattutto in Campania (37,8%), Molise (33,5%), Basilicata (32,4%), Abruzzo e Puglia (31,2%).

Così commenta Gianfranco Parati, direttore scientifico dell’Auxologico: “Il nostro mondo sta vivendo una trasformazione epocale di tipo demografico, sociale, economico e ambientale, fortemente influenzata dalla pandemia di Covid-19. In questo contesto l’epidemia dell’obesità e delle malattie non trasmissibili, insieme all’invecchiamento della popolazione, minacciano seriamente i sistemi sanitari. Sebbene dal 2000 in poi si sia assistito a una lenta ma progressiva presa di coscienza dei governi del mondo occidentale sull’esigenza di dare risposte concrete alla pandemia di obesità, le politiche intraprese non sono apparse in grado di incidere concretamente sull’evoluzione del fenomeno». (n.m.)

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